23.1.10

EroiFlessibili









La contemplazione è un lusso, l'azione una necessità. 
(Henri Bergson)









La flessibilità è una cosa positiva, tranne forse quando viene praticata a livelli agonistici. Come nel mio caso.

Prendiamo il 2009, per esempio, quando la vostra fino ad allora tranquilla e precaria lavoratrice della televisione inciampa nella crisi economica mondiale. Niente più contrattini, niente più programmi televisivi inutili su cui cincischiare e, soprattutto, niente più soldi. “E che sarà mai, basta inventarsi qualcos’altro”, proclama con studiato ottimismo la vostra fino ad allora tranquilla e precaria lavoratrice della televisione.
Il qualcos’altro è consistito in una costellazione di lavori, i più variegati, i più strani, spesso anche i più inutili. Come un Clark Kent del precariato, ho infilato un mantello rosso e ho piroettato nei cieli per salvare l’umanità e il mio conto in banca. Come un mister Fantastic, mi sono allungata in territori sconosciuti usando le mie elastiche competenze. Talmente elastiche che ora potrei diventare docente di ruolo nel corso di laurea di Teorie e Tecniche del Multitasking Acrobatico. 

Nel 2009 quindi la vostra fino ad allora tranquilla e precaria lavoratrice della televisione ha rivestito i panni di, in ordine sparso: traduttrice per improbabili siti web, addetta accrediti stampa, cultore della materia per esami universitari, promoter per agenzia di hostess, cuoca a domicilio, insegnante di inglese in una scuola di lingue, insegnate di inglese per lezioni private e, last but not least, telefonatrice - per due intensi giorni - in un call center outbound (al terzo giorno ho capito che c’era un limite a tutto, anche alla sfiga). Ah, una sera ad Albenga, non chiedetemi come, mi sono persino ritrovata a calcare un palcoscenico leggendo poesie in inglese tratte dall’antologia di Spoon River. 
Se cercate il mio nome su google ora appaio come attrice. Ma in effetti ci vuole un certo istrionismo per riciclarsi così bene in ogni ruolo possibile.

Nel 2009 mi mancava solo di candidarmi a premier e di far partorire una donna in ascensore, per il resto ho ricoperto praticamente tutte le mansioni esistenti.
Nel 2009 se qualcuno mi chiedeva “che lavoro fai?” mi fingevo straniera, sorridevo con aria svanita e domandavo candida “per piassa Navouna, essere queste diressioune ciusta?” prima di sparire per sempre nella nebbia.
Nel 2009 se incrociavo uno specchio fissavo l'immagine incuriosita e chiedevo alla tipa dall’altra parte “ma io e te ci conosciamo?”, ottenendo come risposta lo stesso sguardo perplesso. A quel punto bofonchiavamo entrambe uno “scusami, devo averti confusa con qualcun altro” e ci voltavamo le spalle imbarazzate.

Ora grazie al cielo il 2009 è finito, la crisi c’è ancora ma accenna, timidamente, a migliorare e io comincio un po’ a rilassarmi. Certo, una volta innescata la miccia del Multitasking Acrobatico è difficile ritirarsi dalle scene, bisogna farlo gradatamente. Il pubblico sentirebbe la tua mancanza se sparisci troppo all’improvviso. Per non lasciare orfano nessuno, quindi, giovedì scorso ho fatto esami all’università, venerdì ho dato lezioni private di inglese e oggi ho lavorato come promoter. Non ci facciamo mancare niente qui.
La vita del supereroe è stancante, devo dire. Ma durante il mio lunghissimo 2009 ogni tanto mi davo una pacca sulla spalla, pat pat, e mormoravo: “brava, potranno accusarti di tutto ma certo non potranno dirti che sei poco flessibile”.
Ora però vorrei appendere il mantello al chiodo e riposarmi un po’. Se non serve altro, io andrei.

Oggi ho incrociato di nuovo la tipa dello specchio. Ha l’aria stanca ma ha la faccia simpatica.
Ci siamo sorrise, mi sembra un buon inizio.


VODKA E KRYPTONITE
Vodka
Liquirizia pura in polvere

Tra le altre cose, nel 2009 una volta mi sono travestita da tipa-che-lavora-nella-ristorazione-chic per accompagnare un’amica all’inaugurazione chic dell’aperitivo chic di un albergo chic. In pratica ero un’imbucata, ma molto chic. Tra i vari finger food inutili che propinavano, mi rimase impressa una degustazione di vodka accompagnata da liquirizia pura. Pensai che per continuare con la mia vita stressante da super eroe sarei dovuta diventare un’alcolizzata, magari in versione chic; almeno trovavo il modo di distrarmi dai miei 438 lavori. Ancora non sono diventata alcolizzata (per quanto mi impegni) ma lo shot super chic di vodka e liquirizia voglio provare a riprodurlo, direi che quanto meno me lo sono meritato.
Semplicemente si faceva una striscia con la liquirizia in polvere, ci si muniva di cannuccia e si aspirava la liquirizia con la bocca. Subito dopo si beveva un bicchierino di vodka ghiacciata. Era un sapore freschissimo, come essere buttati nudi in una montagna di neve. Come raggomitolarsi sul divano dopo una giornata stancante. Come sorridere al tuo super eroe e concedergli un giorno di libertà. Come un pat pat sulla spalla, e nemmeno un rimpianto.


(…)
Finii con le stesse terre,
finii con un violino spaccato -
e un ridere rauco e tanti ricordi,
e nemmeno un rimpianto.

(Il suonatore Jones, dall’antologia di Spoon River – Traduzione F. Pivano)

18.1.10

CalendarGirl








Un giorno il tempo racconterà tutto ai posteri: è un grande chiacchierone e per parlare non aspetta neanche di essere interrogato. 
(Euripide)











Gennaio zoppica tra freddo e pioggia. È un mese noioso, non mantiene le promesse dei capodanni più spumeggianti e arranca nella stanchezza delle novità che tardano ad arrivare. Scontroso come il vento, gennaio ti lascia solo, ad aspettare la primavera.
Non ho mai aspettato così a lungo, così tante cose. Aspettare è un arte, di non sempre facile utilizzo.
Non ho molto da dire se non quello che dici quando aspetti, perle di saggezza che qualunque anziana signora in fila alla fermata dell’autobus conosce. Eh già già, così è la vita.
Bisogna portare pazienza, anzi indossarla come un gioiello, un vecchio anello che non passa mai di moda.
Bisogna sorridere anche, ogni tanto: aiuta nell’attesa.
Sperare, quello va sempre bene.
Crederci, anche.
Illudersi perché no, è un po’ come sognare.
Distrarsi, pensare ad altro, anche a niente.
Uscire, osservare gli altri: tutti hanno qualcosa da aspettare.

Il tempo è galantuomo, uno dei pochi rimasti sulla piazza. Lui provvederà. Altre parole non ne ho, sono come gennaio, mi sono persa tra qualche promessa e un bicchiere di champagne. Ma torno presto. Possibilmente, prima della primavera.



QUE SERÀ SERÀ
Fragole
Champagne

Le fragole non sono di stagione e lo champagne non è roba da precari. Ma chissenefrega, un brindisi all’attesa io lo faccio lo stesso, magari con birra e noccioline, ma brindo. Che altrimenti cincinniamo solo a capodanno e negli altri 364 giorni ci dimentichiamo di sperare, di aspettare, di vedere un futuro che ancora non c’è. 

Il futuro invece arriva presto. Salute.

Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.  

(Eleanor Roosevelt)

Playlist futurista
Doris Day – Que serà serà

12.1.10

VerdeQueTeQuieroVerde


Verde che ti voglio verde.
Verde vento. Verdi rami.
La barca sul mare
e il cavallo sulla montagna.
Con l’ombra nella cintura
lei sogna sul suo balcone
verde carne, capelli verdi,
con occhi di freddo argento.
Verde che ti voglio verde.
Sotto la luna gitana,
le cose la stanno guardando
e lei non le può guardare.
(…)

Federico García Lorca



Il nuovo anno è iniziato, anche il nuovo decennio. È tutta una novità da queste parti.

Il Tevere sale e scende con le piogge a ritmo dance, e Roma è verde e puzzolente. Ma la gente osserva il fiume rapita: come tanti aspiranti suicidi o poeti dilettanti, la città è sul ponte a guardare la marea marcia che avanza, danza, si muove, straripa, cambia idea. Comunque, anche se rancida, è un’esplosione di natura alla quale non siamo più abituati. E ci fermiamo tutti lì, storditi, sul ponte. Il Tevere ha un suo fascino inquinato, una violenza verde melma che ti cattura.

È bello, a modo suo. Roma è bella. Specie con questo sole assurdo dopo settimane di pioggia. Ti fa sentire un sopravvissuto. Ti viene da sorridere, cercare la telecamera e gridare: “grazie a tutti quelli che mi hanno televotato, sono ancora nel reality, sono ancora in gara”.


Io sono sempre in nomination, ma non mollo. Al massimo ballo, come il Tevere.



VERDE E BALLERINO

Piselli surgelati

1 cipolla

1 patata

Brodo vegetale

Burro o olio

Sale


In primavera useremo piselli freschi. Ora il Tevere balla, la marea avanza, il nuovo incombe e questa crema di piselli surgelati è un omaggio al verde, che in fondo vuol dire speranza anche quando è il verde di un fiume schizofrenico e inquinato.

In poco burro o olio faccio imbiondire la cipolla (o lo scalogno, più soft e per questo meno adatto ai fiumi italiani) e poi aggiungo la patata tagliata a tocchetti piccoli e ricopro con il brodo. Lascio cuocere un quarto d’ora circa e poi aggiungo i piselli (con queste dosi vanno bene 400-500 grammi) fatti scongelare. Cuocio ancora per 10 minuti, aggiungo il sale e poi trito con il minipimer, aggiungendo se necessario un po’ di brodo vegetale per rendere il tutto più cremoso. Ci sta bene un po’ di panna (da aggiungere insieme al brodo), ma non è fondamentale. Una volta impiattata la crema si può cospargere di striscioline di prosciutto crudo (o speck) fatte saltare in padella e/o di crostini di pane tostati e sminuzzati.

Verde che ti voglio verde. Che sia verde per tutti.


Playlist verdissima

Manzanita – Verde que te quiero verde