20.5.09

CheNeSaràDiNoi

Quando le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe; e quando sono certe, non si riferiscono alla realtà.
(Albert Einstein)




“Cosa c’è nel tuo futuro lavorativo?” Cerca con Google.
I super cervelloni del più famoso motore di ricerca hanno appena scoperto una formula matematica che permetterà alle aziende di individuare con precisione gli impiegati che potrebbero voler cambiare lavoro. Il rivoluzionario algoritmo consentirebbe, incrociando un gran numero di variabili e dati personali, di prevedere quali dipendenti possano avere intenzione di licenziarsi ancora prima che loro stessi ne siano consapevoli.
"Le informazioni che vengono incrociate e confrontate nell'algoritmo riguardano il salario, le promozioni, le mansioni, le risposte a sondaggi interni, i rapporto di superiori e altri colleghi, e altri dati che l'azienda non rivela.” (La Repubblica)
Per il momento la formula - magica - rimane segreta, ma non si esclude che un domani i geniacci googlettiani possano decidere di commercializzarla. Le aziende avrebbero così a disposizione una potentissima chiave di lettura del dipendente-pensiero e decidere di licenziarlo prima che lo faccia lui. Magari qualcuno potrebbe voler usare l’algoritmo già in fase di colloquio, per verificare quanto il potenziale stipendiato rimarrà nei secoli fedele al suo magnanimo datore di lavoro.
Fantastico, sono d’accordo. Un dipendente scontento può far perdere all’azienda soldi e tempo.
Ma ehi, signori scienziati: a quando la formula matematica che riveli allo sperduto precario se questo contratto durerà oppure no? Il tempo che perde un non più stipendiato a passare da un lavoro all’altro non è abbastanza monetizzabile?
Temo di no. Per sapere se il contratto sarà rinnovato non rimane che l’abracadabra e la danza del sole. Ma per chi come me in matematica ha sempre avuto il 4 periodico, tra un algoritmo e una formula magica continuo a preferire sim sala bim.
A me gli occhi, please.

AGLIO, FRAVAGLIO, FATTURA CÀ NUN QUAGLIA
100 gr di mandorle pelate
2 spicchi d’aglio
150 gr di mollica di pane
100 gr di olio
1 litro d’acqua fredda
aceto
sale

L’aglio è più efficace di un algoritmo, a volte. Tanto per cominciare tieni lontani i vampiri, che in giro ce ne sono parecchi. È scaramantico, e alzi la mano chi alla firma del contratto non fa qualche scongiuretto. E poi è l’ingrediente base dell’ajo blanco, zuppa spagnola imperdibile. Fatevi un giro di ajo blanco e poi alitate sui vampiri, il risultato è garantito.
Trito l’aglio insieme alle mandorle e a un pizzico di sale. Poi aggiungo la mollica di pane, precedentemente ammollata in acqua e strizzata, e comincio a versare l’olio a filo. Quando avrò raggiunto la consistenza di una maionese stempero con qualche goccia d’aceto. Verso in una zuppiera e aggiungo l’acqua fredda mescolando bene. Si serve freddissima con crostini di pane.
Di può non posso dirvi.

(...)
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
(Eugenio Montale)

13.5.09

AltaFedeltà





Vent'anni d'amore rendono una donna simile a un rudere, ma vent'anni di matrimonio la rendono simile a un monumento pubblico.
(Oscar Wilde)




L’estate sta per deflagrare sui cieli di Roma, mentre si discute di flussi migratori da bloccare, veline da smaltire, divorzi all’italiana e “papi” onnipresenti.
Ma, ehi, c’è una buona notizia: i mariti fedifraghi d’ora in poi potranno giustificare la scappatella con la teoria del complotto. “Cara, non ho messo io questa bionda nel mio letto. È un sabotaggio organizzato dalle sinistre”. Ottimo, si salveranno così molti matrimoni traballanti. Se la colpa non è tua, ma di una faziosa opposizione, non abbiamo più bisogno di divorziare. Oppure divorziamo, ma che lo sappia tutta la nazione.
Tra moglie e marito non mettere l’Onu, basta la stampa nazionale.

Nel frattempo i giapponesi hanno inventato il reggiseno con il timer. Si apre solo quando viene inserito un anello. Cioè se mi chiedi in sposa mi levo il reggiseno (e parte la marcia nuziale). Altrimenti non si aprirà mai e io vivrò rinchiusa in una gabbia toracica tutta la vita. Questo vuol dire che in Giappone ci sono uomini disposti a sposarti solo per dare una palpatina.
In Italia per quello è tanto se ti offrono una pizza, o un seggio in parlamento.


CHE PIZZA
Patate
Pomodorini
Cipolla
Capperi
Olio
Sale

È fatta. Avete abboccato alla teoria del complotto e vi siete tenute il marito (sperando, prima o poi, di togliervi il reggiseno). Se tutto va bene vi ricompenserà della vostra buona fede offrendovi una pizza - al taglio - sotto casa. Altrimenti costringetelo quanto meno a cucinarvi una pizza di patate, è una ricetta semplice e sicuramente più afrodisiaca di tante puntate di Porta a Porta.
Faccio lessare le patate e poi le passo con lo schiacciapatate. Unisco un po’ di olio e di sale e lascio raffreddare. Nel frattempo soffriggo un po’ di cipolla affettata e, quando sarà imbiondita, aggiungo i pomodorini tagliati a metà. Lascio cuocere una decina di minuti. Fodero uno stampo con carta da forno e ci verso metà del composto di patate, livellandolo con una spatola. Ricopro con le cipolle e i pomodorini e aggiungo i capperi. Stendo poi sopra l’altra metà del composto di patate. Spennello il tutto con un po’ d’olio e faccio cuocere nel forno già caldo a 200° per una ventina di minuti.
E se son patate, fioriranno. Auguri.

4.5.09

PezziDiCielo


La libertà comincia dall'ironia.
(Victor Hugo)

Eccomi qui. Tra pochi giorni tornerò a calcare le scene con un nuovo precarissimo lavoretto che mi terrà impegnata se tutto va bene fino a luglio. Si prospettano tre lunghi mesi di stipendio, queste sì che sono certezze.
Nell’attesa di riciclarmi nell’ennesimo “impiego”, che vedrà il mio inossidabile multitasking al massimo del suo splendore ("Cara CuocaPrecaria, puoi fare questo e anche quello? Certo, che domande"), uso questi ultimi giorni di libertà per gironzolare tra le vie di Roma, e non solo.
Oggi per esempio era una giornata meravigliosa, e mentre voi stipendiati sbadigliavate in qualche ufficio la vostra eroina se ne andava in spiaggia, dove c’erano praticamente solo lei, la sabbia, il mare, il vento (ma neanche troppo) e qualche intrepido surfista che aveva confuso il litorale laziale per le coste dell’Australia.
La vita è così: sei precaria, il tuo orizzonte economico non è più roseo di quello di un qualunque paese indebitato dell’Africa Subsahariana, il tuo lavoro non sai neanche più qual’è perché oramai ne hai fatti troppi (e troppi ne rimangono ancora da fare), è un mondo difficile e vita intensa eppure a volte puoi godere di momenti di inusitata, rubacchiata, libera felicità.
Un lavoro non precario ti garantisce meno angosce, sì. Ma un lunedì di maggio al mare, tu, il sole, la sabbia e qualche surfista confuso, non ha prezzo.
Ma lasciatemi qui nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi, diceva una canzone. Oggi non c’erano neanche tanti cattivi ricordi da affogare, solo un pezzo di cielo tutto mio.
Quanto ai surfisti sono al sicuro anche loro, affogare tra le onde alte 5 centimetri del litorale laziale mi sembra piuttosto improbabile.

PUNKY TZATZY
Cetrioli
Yogurt
Aglio
Olio evo
Sale
Aneto o prezzemolo

L’estate e lo tzatziki sono per me praticamente la stessa cosa. Non ho una ricetta da darvi, la mia preparazione dello tzatziki è punk come un lunedì di maggio al mare. Procedo ogni volta in un modo diverso, ma credetemi: la combinazione di cetrioli, yogurt e olio garantisce da sola il risultato, è praticamente impossibile che non venga buono. Se riuscite a produrre uno tzatziki cattivo per favore fatemelo sapere. Altrimenti vi basterà prendere i cetrioli (diciamo uno o due per ogni vasetto di yogurt), pelarli e tagliarli a tocchetti. I cetrioli, come lo yogurt, andrebbero lasciati a scolare per perdere l’acqua almeno un’ora, io non lo faccio quasi mai e non me ne pento. In ogni caso i cetrioli vanno poi uniti allo yogurt (la ricetta originale prevede ovviamente lo yogurt greco, io produco quantità industriali di yogurt fatto in casa con la yogurtiera per cui uso il mio) e a uno spicchio, o più, di aglio tritato finissimo. Si aggiunge lentamente l’olio d’oliva, il sale e un po’ di aneto (oppure prezzemolo) e si mescola bene. Si può aggiungere alla fine qualche goccia di aceto, oppure no.
Siate liberi come il vostro tzatziki, sarà buonissimo.

Playlist (de)liberata
Tonino Carotone - Me cago en el amor
Modena City Ramblers - Morte di un poeta